Thursday 20 February 2014

Lorenzo e il Canada_(Parte Prima)_Italiano


(E' una prima bozza - con correzioni da fare...pubblicata per chi non si trova a proprio agio a leggere in inglese)
 
Ciao! Io sono Lorenzo e vivo in Canada. In realtà, un tempo vivevo in un altro paese, su un’isola al centro di un mare stupendo il cui nome è Mediterraneo. Fino a quando un giorno, la mia famiglia ed io abbiamo deciso che era giunto il momento di partire.

L’ho davvero deciso anche io? Certo che no! Ma quando hai quattro anni e mezzo, a meno che non sia il tuo compleanno, o sia un bambino davvero viziato, difficilmente gli adulti ti ritengono all’altezza di fare le tue scelte. Hanno i loro buoni motivi però!

Fino al giorno in cui il mio papà e la mia mamma mi hanno spiegato cosa stesse per accadere, ricordo che quasi ogni pomeriggio andavo a giocare su una spiaggia bellissima. Mamma guidava la bicicletta, io mi godevo lo spettacolo. 

 A me sembrava stupenda, anche se ricordo di aver sentito i miei genitori più volte ripetere quanto fosse triste che la maggior parte delle persone non capisse quanto fosse fortunata. Dicevano qualcosa tipo: " non si puo' vivere una vita intera su una bellissima spiaggia, quando la noncuranza regna tutt'intorno". 

Ricordo anche che avevamo molti amici. Trascorrevamo molto tempo insieme a loro. Un compleanno qui, un’altra festa lì…

Ogni mattina il mio papà mi accompagnava all’asilo. Ai tempi, trascorrevo le mie giornate circondato da molti amici e un paio di bulletti. Fidatevi, quelle specie di mostriciattoli che urlano e minacciano gli altri bambini sono in tutto il mondo. Ma, peggio per loro! Essere felici è di gran lunga meglio di essere bulli e, ad ogni modo, quando si digrignano continuamente I denti come fa Hulk, si corre il rischio di farsela addosso. Bleah!, non vorrei essere per nulla al loro posto!

 Alle volte, facevo finta di guidare una motocicletta assieme al mio papà. Era una cosa bellissima!

Parte della mia famiglia viveva a Palermo, la stessa città dalla quale vengo. Spesso andavamo a trovare i genitori del mio papà o qualche altro parente.

Nonna Lilli era una bibliotecaria. A lei piace giocare con i bambini e raccontare loro il maggior numero di storie possibile.

Sa addirittura cambiare la sua voce in base al personaggio di cui sta parlando! Lei sa tutto sulla storia della mia città. Perché mangiamo strani cibi di strada, perché abbiamo così tanti palazzi antichi e, quasi ogni domenica, non faceva altro che ripetere che un giorno avrebbe portato tutti I suoi nipotini a fare un giro della città in carrozza. Sarebbe stato bellissimo, ma il mio papà continuava a ripetere che non aveva senso perché troppo caro!

Io davvero non capisco perché I genitori siano così alle volte! Sembra proprio che tutte le cose divertenti da fare siano sempre care, mentre andare dal dottore, fare il vaccino, andare a scuola sia abbastanza economico da doverlo fare ogni giorno! Comunque, dicono che un giorno capirò. Immagino debba essere paziente…

Poi, c’erano nonno Lorenzo, la zia Claudia, lo zio Filippo e mia cugina Chiara.

 Sì, esatto! Porto lo stesso nome di mio nonno. A quanto pare, lui non era molto entusiasta di ciò, ma la mia mamma ha deciso così. Per quanto mi riguarda, ho presto capito che quando ci si trovava tra loro due, era meglio fare silenzio. Si amavano, solo che il modo in cui se lo dimostravano era strano visto dalle mie altitudini.

Durante gli altri fine settimana andavamo a trovare gli altri due nonni che vivevano in un’altra città. E lì, in cima a una verde collina c’era la loro casetta di campagna, Luziano. Oh, che divertimento! Con mio cugino Mattia facevamo cose da matti: ci arrampicavamo sugli alberi, cercavamo insetti, giocavamo a fare la lotta… ok, va bene! Quest’ultimo non era esattamente un gioco furbo…ma, per noi, era molto divertente. Sono certo che zia Cinza e mamma avrebbero un’altra opinione. È meglio non chiedere.

Il nonno Salvo, tutte le volte che dormivamo a casa loro, al mattino andava a comprare il pesce fresco e i ricci di mare; mentre lo zio Davide e lo zio Fabrizio sapevano catturare i polpi a mani nude, direttamente dall’acqua! Se non l’avete fatto ancora, vi consiglio di provare a vedere quanto siano viscidi e appiccicosicci i loro tentacoli!                                                                

La nonna Ezia preparava dei piatti deliziosi. Un giorno ha addirittura cucinato gli spaghetti al nero di seppia. Ci credereste mai? Esiste un inchiostro che di fatto si può mangiare! Penso che la mia dentista potrebbe svenire di botto se vedesse i miei denti subito dopo averli mangiati!

Abbiamo trascorso la nostra ultima estate in Sicilia visitando dei posti meravigliosi. Tramonti in spiaggia, piccolo viaggi su isolotti, mare, piscine, famiglia e amici, amore e risate. Mia sorella Maia era nata proprio quell’inverno. Ricordo che per tutta l’estate sono stato costretto a dividere il mio ghiacciolo al limone con lei, ogni pomeriggio. È questo ciò che accade appena nascono fratelli.

Non importa che tu abbia appena tre anni. Dal giorno in cui vengono fuori dal pancino della mamma, la parola più usata in famiglia diventa: “dividete”. Cominci a divider tutto anche se quell’essere piccolo, paffuto, rumoroso e sdentato di fatto succhia e mastica i tuoi giocattoli preferiti. Da quel momento in poi, saranno per sempre ricoperti da una strato appiccicosiccio di saliva.

Era un amore, però! Ma, ciò che era ancor più importante, era il fatto che anche lei stave per trasferirsi in Canada. Non ero l’unico bambino quantomeno! E, fidatevi di me, quella è stata per davvero una bella notizia…

Un giorno mamma e papà mi hanno portato di fronte al mobile dei giocattoli. Hanno cominciato a spiegarmi che avrei portato alcuni giochi con me, mentre avremmo dato gli altri a bambini meno fortunati. Quando hai  quattro anni, non è sempre facile accettare l’idea che, tutto d’un tratto, devi sbarazzarti dei tuoi giochi.

Immagino che quando si diventa adulti, molte cose importanti volino via come uccelli che migrano verso sud. Per esempio, ci si dimentica che, in quanto bambino, non importa se non giochi più con uno dei tuoi giocattoli. Ciò che veramente conta è quella sicurezza che si prova sapendo di poter ritrovare quel gioco sepolto sotto una collina di cianfrusaglie, se solo ci si decidesse a cercarlo.

Non ero certo fosse una buona idea cercare di convincerli a portare tutto con noi. Hanno pensato io fossi “grande” quando ho accettao la loro idea sorridendo. Non so se lo fossi realmente. Quello che so è che adesso posso dire la verità. Non ero contento per nulla riguardo alla loro idea, ma quello scintillio triste e intimidito che ho colto nei loro sguardi mi ha suggerito che sarebbe stato gentile da parte mia rimanere tranquillo e aiutarli a uscire da quel difficile momento d’imbarazzo.

 (…)

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