Thursday, 24 April 2014

Where's the Mountain?_Dov'e' la montagna? (Erice)


One week after moving to Vaughan, I remember I suddenly realized there was something “annoying” me about the landscape. There was something missing. Initially I thought that feeling was due to the fact there was no sea. Maybe, it was the lack of the color and brightness of those shimmering waves I used to observe at sunset. But still, that was not what I was missing, what my eyes were looking for.

Then, driving on a ramp, a quick brainwave. La Montagna! Here it comes! There were no mountains all around. I guess, that was the second time – the first being the one in Valladolid, Spain - in my life I had that awkward feeling. I was able to see the CN Tower even if I was 36 km far away from downtown Toronto. Unbelievable!

At the same time, I realized something. Being an islander, I am inclined to associate my person to the sea. What about my mountains? I had the luck to live in two different Sicilian cities: Palermo and Trapani.

Both are coastal cities. Both have the sea and the mountains. I had the occasion in this blog to mention Monte Pellegrino in Palermo, the one about which Goethe said it was the most beautiful promontory in the world. (We tend to exaggerate especially when we have travelled a lot, but yet not everywhere…)

Today, it is Monte Erice the one which gently popped up in my mind. For about 9 years, I woke up every morning with one side of Erice in front of my eyes, being the first thing dominating the view from my bedroom balcony.

Monte Erice (formerly Monte San Giulianio) is a promontory of about 750 m above sea level. On top of it, there is one of the most enchanting hamlet of Italy. If you go to Sicily, you really shouldn’t miss a visit to this place.

In line with the history of Sicily, the small village experienced different dominations. Erected initially by Elymian people, identified by the Greeks as descendent of a group of Trojans looking for a refuge in Sicily and, whom, eventually, got married to local people (Sicani) who were already living in that area.

Erice then became dominion of Greeks, Romans, Arabs and finally Normans who called it Monte San Giuliano until, in 1934, it was officially renamed Erice.

One of the most famous building in Erice is considered the “Castello di Venere”, after the Romans’ Goddess Venus. It used to be a temple where, depending on the cultures dominating during different periods, a female divinity usually connected with sexuality and fertility was celebrated. So, the Phoenicians were celebrating Ashtart (Astarte), then the Greeks Aphrodite and finally the Romans were celebrating Venus.

To walk among the narrow paths paved with little shining stone tiles is amazing. I did it so many times while living there without losing, not even once, the feeling of astonishment for such great beauty.
 
 

The experience can assume some mystical tones if it happens to be there during foggy days, which are not so rare up there.

Erice has a remarkable number of churches worth a visit and it’s also venue for several international scientific meetings, being there the Ettore Majorana Foundation and Center for Scientific Culture.

The hamlet is also pretty famous for its almond biscuits and some pastries (Mustaccioli, Genovesi alla crema).

Years ago a cable-car service was restored to allow people to reach the top without using the car. Unfortunately, being not a big fan of cable-cars, I was not brave enough to give it a try. As far as I was told, it’s an interesting experience.

As per myself, being in Trapani during my adolescence, I can say I used to go there a lot during our hot summers. It was a sort of annual appointment for teenagers and grown-ups. July in San Vito lo Capo (whose beach has been declared one of the most beautiful of Sicily) and Erice in August.

Some days I used to go there just because I felt I needed to stay by myself. Looking at the breathtaking view from there, the landscape was making me feel alone, sad and yet strong and proud. The mountain, like the sea, has the power to make me feel fearful and determinate at the same time. It’s like a silent dialogue that it’s not really possible to share. It’s another way to feel the majesty of nature…



 
 








(italiano)


Una settimana dopo essermi trasferita a Vaughan, ricordo di aver realizzato all’improvviso che c’era qualcosa nel paesaggio che mi “disturbava”. Mancava qualcosa. All’inizio pensai si trattasse dell’assenza del mare. Forse era la mancanza dei colori e dello scintillio delle onde ai quali i miei occhi erano abituati al tramonto. Ma ancora, non era quello ciò che mancava, ciò che i miei occhi cercavano.

Poi, guidando su una rampa, una folgorazione. La Montagna! Ecco! Non c’erano montagne tutt’intorno. Penso che quella sia stata la seconda volta – la prima era accaduta a Valladolid, in Spagna, in vita mia nella quale provavo quella strana sensazione. Potevo vedere la CN Tower pur essendo a 36 km dal centro di Toronto. Incredibile!

Allo stesso tempo, realizzai qualcos’altro. Essendo un’isolana, ho la tendenza ad associare la mia persona al mare. Ma che ne è delle montagne? Ho avuto la fortuna di vivere in due città siciliane diverse: Palermo e Trapani.

Entrambe sono città costiere. Entrambe hanno il mare e le montagne. Ho già avuto in questo blog l’opportunità di accennare a Monte Pellegrino, quello che secondo Goethe sarebbe stato il più bel promontorio al mondo (Immagino abbiamo la tendenza a esagerare soprattutto dopo aver viaggiato molto, pur tuttavia non in ogni dove…)

Oggi, è Monte Erice quello che gentilmente ha fatto capolino nella mia mente. Per circa nove anni mi sono svegliata con Erice davanti agli occhi, essendo la prima cosa a dominare la vista dalla mia stanza.

Monte Erice (in precedenza, Monte San Giulianio) è un promontorio di circa 750 m sopra il livello del mare. Sulla sua vetta, si trova uno dei borghi più incantevoli d’Italia. Se doveste andare in Sicilia, non dovreste perdere l’occasione di visitarlo.

In linea con la storia della Sicilia, il paesino ha subito diverse dominazioni. Il paese sarebbe nato inizialmente dagli Elimi, identificati dai Greci quali discendenti di alcuni Troiani in cerca di rifugio e i quali, successivamente, si sarebbero uniti alla popolazione locale dei Sicani.

Erice dunque divenne dominio dei Greci, poi Romani, poi Arabi e infine Normanni che lo chiamarono Monte San Giuliano finché, nel 1934, fu ribattezzato ufficialmente Erice.

Uno degli edifici più noti di Erice è considerato il “Castello di Venere”, dalla dea romana. Si trattava di un tempio nel quale, a seconda della cultura imperante durante le diverse epoche, veniva celebrata una divinità in qualche modo connessa alla sessualità e fertilità. Per cui, i Fenici vi celebravano Ashtart (Astarte), poi i Greci Afrodite e, infine, i Romani vi celebravano Venere.

Passeggiare lungo i viottoli lastricati con piccole pietre luccicanti è stupendo. L’ho fatto tante volte senza mai perdere, nemmeno una, quella sensazione di stupore dinnanzi a cotanta bellezza.

L’esperienza può assumere dei connotati “mistici” se capita di trovarsi lì durante una di quelle giornate nebbiose, non troppo rare a quell’altezza.

Erice vanta di un discreto numero di chiese che vale la pena visitare ed è, inoltre, centro di numerosi convegni internazionali di carattere scientifico, essendo sede della Fondazione Ettore Majorana and Centro per la Cultura Scientifica.

Anni fa il servizio della funivia è stato ripristinato per consentire alla persone di raggiungere la vetta senza bisogno della macchina. Purtroppo, non essendo un’amante delle funivie, non sono stata abbastanza coraggiosa da provarla. A quanto mi è stato detto, si tratta di un’esperienza interessante.

Per quanto mi riguarda, vivendo a Trapani da adolescente, posso dire di esservi andata durante le nostre calde estati. Si trattava di una sorta di appuntamento fisso per adolescenti e adulti. Luglio a San Vito lo Capo (la cui spiaggia è stata dichiarata una delle più belle d’Italia) ed Erice in Agosto.

Alcuni giorni, ci andavo solo perché sentivo il bisogno di stare da sola. Guardare il panorama mozzafiato da lì mi faceva sentire sola, triste e tuttavia forte e orgogliosa. La montagna, come il mare, ha il potere di intimorirmi e inorgoglirmi allo stesso tempo. È come un dialogo silenzioso impossibile da condividere. È un altro modo di sperimentare la maestosità della natura…
 








 
 

1 comment:

  1. Great shots! I am trying to imagine the unseen occupants of these forts and dwellings ..

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