I often like
to say to my students to “play with the languages”, meaning by that to try to
use their knowledge, intuition and available resources to grasp the meaning of
the new one they are trying to learn.
I immediately understand if the student is going to
be an amazing one if, after saying that, he/she doesn’t try to play with the
language…literally! I mean, if I see they start trying to fold their tongue in
two parts, they ask for the rules, or things like that, I know that it’s not
going to work at all!
Having said that, let’s see how I would apply this
game to my life.
In Italian, one thing is sure, the translation of
the English “fine” is not necessarily “fine!”
How can a fine for an almost invisible “no stopping
any time parking” be fine? How comes that my Germanic friends decided to use
the same word to mean something so different? I imagine my Celtic friend who
parked the chariot in the driveway finding his first fine just given by a
Viking. They were speaking two different languages.
-
Celtic friend: What’s this? A fine?
-
Viking friend: FINE? Ffffffine! (trying to repeat the new learnt word)
-
Celtic friend: Really? A fine? For what?
-
Viking fried: what? Fine?
-
Celtic friend: ok! Whatever! That’s FINE!
Centuries after, the same thing happened in Canada…to
me…yesterday!
In Italian, one “fine” can be translated with “bene”.
So, for example, we would say something like, “Ciao,
come stai?” “Sto bene, grazie!” (Please, don’t say grazi).
For the second type of “fine” we would say “multa”.
Indeed, for instance, we would say
-
Claudia: Mi scusi, cos’è questa? Una
multa?
-
Poliziotto: Una multa per divieto di
sosta.
-
Claudia: Ma, scusi, dov’era il divieto
di sosta?
-
Poliziotto: Vede quella freccia piccola sull’angolo
destro in basso?
-
Claudia: sì
-
Poliziotto: segua la freccia e veda cosa
c’è scritto dall’altro lato del cartello!
-
Claudia: Sta scherzando?
-
Poliziotto: sto facendo il mio dovere! Mi spiace...
-
Claudia: (pensando: non sai quanto dispiaccia a me!) Va bene, grazie!
(In English)
-
Claudia: Excuse me, what’s this? A fine?
-
Poliziotto: A fine for “no parking zone”.
-
Claudia: But, excuse me, where is the
sign?
-
Poliziotto:
Can you see that little arrow at the bottom of the sign, on the right corner?
-
Claudia: Yes…
-
Poliziotto: follow the arrow and see
what is written on the other side of the sign.
-
Claudia:
Seriously?
-
Poliziotto: I am doing my job! I am sorry...
-
Claudia: (thinking: You don't know how sorry I am!) Fine, thank you!
Did you see what happened? The difference between my
Celtic friend and me is that, being a new Canadian now, not only I said “Fine”,
I actually added “Thank you!”
In Italiano, la parola inglese FINE non si traduce necessariamente con “Bene”!
Mi piace spesso dire ai miei studenti di “giocare
con la lingua”, intendendo dire di provare a utilizzare la loro conoscenza, intuito
e risorse a disposizione per afferrare il significato della lingua che vogliono
imparare.
Mi rendo conto immediatamente se lo studente sarà
stupefacente se, dopo aver detto ciò, comincia letteralmente a giocare con la
lingua! Voglio dire, se cominciano ad arrotolare la lingua, a chiedere le
regole del gioco, o cose del genere, capisco esattamente che non non andrà a
buon fine!
Avendo detto ciò, vediamo in che modo applico questo
“gioco” nella mia vita.
In italiano, una cosa è certa, la traduzione della
parola inglese “fine” non è necessariamente “bene”!
Come potrebbe
andare bene (fine) una multa (fine) per un cartello praticamente
invisibile di “divieto di parcheggio”?
Come è potuto accadere che i miei amici “germanici”
abbiano conferito alla stessa parola dei significati tanto diversi? Immagino il
mio amico celtico, il quale ha parcheggiato il carro sul vialetto di casa,
trovare la sua prima multa (“fine”) appena lasciatagli da un neo-invasore
vichingo. Parlavano ancora due lingue diverse.
-
Amico celtico: What’s this? A fine (una
multa)?
-
Amico vichingo: FINE? Ffffffine! (ripete
la parola per memorizzarne il suono)
-
Amico celtico: Really? A fine (una
multa)? For what?
-
Viking fried: what? Fine?
-
Celtic friend: ok! Whatever! That’s FINE
(vabbè!)
Secoli più tardi, la stessa cosa è accaduta in
Canada…alla sottoscritta…ieri!
In Italiano,
un “fine” può tradursi con “bene”.
Quindi, per esempio, diremmo qualcosa tipo: “Ciao,
come stai?” “Sto bene, grazie!” (Per favore, non dite grazi!).
Per il secondo tipo di “fine”, diremmo appunto “multa”.
Di conseguenza, per esempio, diremmo
-
Claudia: Mi scusi, cos’è questa? Una
multa?
-
Poliziotto: Una multa per divieto di
sosta.
-
Claudia: Ma, scusi, dov’era il divieto
di sosta?
-
Poliziotto: Vede quella freccia piccola sull’angolo
destro in basso?
-
Claudia: sì
-
Poliziotto: segua la freccia e veda cosa
c’è scritto dall’altro lato del cartello!
-
Claudia: Sta scherzando?
-
Poliziotto: Sto facendo il mio dovere! Mi dispiace...
-
Claudia: (pensando: non sai quanto dispiaccia a me!) Va bene, grazie!
(In Englese…rende molto meglio!)
-
Claudia: Excuse me, what’s this? A fine?
-
Poliziotto: A fine for “no parking zone”.
-
Claudia: But, excuse me, where is the
sign?
-
Poliziotto:
Can you see that little arrow at the bottom of the sign, on the right corner?
-
Claudia: Yes…
-
Poliziotto: follow the arrow and see
what is written on the other side of the sign.
-
Claudia:
Seriously?
-
Poliziotto: I am doing my job! I am sorry...
-
Claudia: (thinking: you don't know how sorry I am!) Fine, thank you!
Avete notato cosa è successo? La differenza tra il
mio amico celtico e me è che, non solo ho detto “Fine!” con il significato di “bene”,
ma ho addirittura aggiunto “Grazie!”
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