Saturday, 22 February 2014

Lorenzo e il Canada_dicembre_(italiano)


La nostra ultima estate è trascorsa velocemente. Con l’arrivo dell’autunno, l’intera casa era letteralmente impacchettata. Ogni giorno un nuovo oggetto spariva, ingoiato da uno scatolone marrone.   

Io continuavo a frequentare l’asilo e mia sorella Maia aveva perfezionato la sua capacità di darmi fastidio. Se io la baciavo – sappiate che io sono quello che in famiglia trascorre ¾ della giornata andando in giro a baciare ed abbracciare gli altri – Maia, di tutta risposta, mi tirava i capelli. La coccolavo? Sicuramente lei mi dava un calcio da qualche parte tra lo stomaco e la faccia.

A quanto pare, è possibile capire il carattere di una persona sin da subito. D’allora, infatti, Maia non è cambiata per niente. Ok! Ovvio! Adesso è più alta e sa pure parlare – non sto qui a dirvi quanto possa durare un nostro litigio – ma come allora, no perderebbe per nulla al mondo l’opportunità di farmi finire nei guai.

Anzi, sapete cosa hanno fatto i miei genitori? L’hanno iscritta a karate! V’immaginate? È come regalare una pistola a un assassino; come giocare a tennis con la Wii usando una racchetta vera e una pallina! Tre anni fa mi hanno iscritto a karate per fare crescere la mia autostima. Tre anni dopo hanno iscritto pure Maia, immagino per ridurre la mia autostima che probabilmente era cresciuta troppo. Chi lo sa!

Ad ogni modo, per quel che riguarda l’autunno nel mio paese, non ho ricordi di me mentre creo un mucchio di foglie rosse, gialle, marroni  come faccio adesso. Di conseguenza, immagino ci stessimo perdendo tutto quel divertimento che abbiamo in Canada quando saltiamo sul cumulo di foglie – che papà ha appena finito di raccogliere – per il solo piacere di spargerle di nuovo tutt’intorno. Divertentissimo, no?

Il nostro ultimo Natale è stato in qualche modo magico. Da allora, non sono più riuscito a vedere di persona Babbo Natale mentre consegna il suo sacco pieno di giocattoli.
 Non siamo riusciti a vedere la sua faccia quell’anno, ma l’abbiamo visto di spalle mentre poggiava i regali vicino al camino. Gridavano tutti – ancor’oggi non capisco perché – e ho immaginato fosse davvero appassionato del proprio lavoro considerando che non si è voltato in direzione del frastuono.

In Canada è diverso. Di fatto non lo vedi. A quanto pare, lui e Rudolph arrivano di notte mentre noi dormiamo. Poiché non abbiamo un camino in questa casa, Mamma gli ha comprato una chiave che può utilizzare per entrarea riposare, bere latte, mangiare biscotti ma, cosa più importante, lasciarci i regali.

Prima di Natale, dopo un paio d’anni trascorsi ad analizzare la situazione, sono finalmente riuscito a spiegare a Maia e Mamma perché Babbo Natale arriva sempre di notte  e, quindi, apriamo i suoi regali il 25 dicembre. La teoria è alquanto semplice: lascia il Polo Nord e viaggia verso Est. Di conseguenza, arriva in Europa il 24 Dicembre e, prima che arrivi in Canada è già il 25. Logico, no? Credo la sua sia un’ottima tattica per fare il giro del mondo.

L’ultima cosa che ricordo di quel dicembre è una festa nella quale eravamo tutt’insieme. C’erano un sacco di persone! Non ricordo esattamente cosa stessimo celebrando. Essendo un bambino, aspettavo solo due cose: i regali e le torte. A un certo punto, finalmente, quel momento è arrivato.

Sapete cosa è successo? Hanno cominciato a chiamarmi per fare delle foto di famiglia. Ora, non so quante persone ci fossero alla festa: sono dovuto rimanere in posa per almeno dieci fotografie mentre, sconsolato, guardavo quelle torte che NESSUNO poteva toccare!

Dopo la terza foto, ho cominciato ad assumere pose da dinosauro, supereroe, mostro…Troppo divertente, per me…un po’ meno per il mio Papà che, nel frattempo, cercava di tenermi immobile!

All’improvviso, tutti hanno cominciato a indicare le torte. Una rappresentava una casetta in Canadà; l’altra una bandiera canadese. Non ero certo di aver capito bene se quella torta, da quel momento in poi,  sarebbe stata la nostra casa.

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