La nostra ultima
estate è
trascorsa velocemente. Con l’arrivo dell’autunno, l’intera casa era letteralmente
impacchettata. Ogni giorno un nuovo oggetto spariva, ingoiato da uno scatolone
marrone.
Io continuavo a
frequentare l’asilo e mia sorella Maia aveva perfezionato la sua capacità di
darmi fastidio. Se io la baciavo – sappiate che io sono quello che in famiglia
trascorre ¾ della giornata andando in giro a baciare ed abbracciare gli altri –
Maia, di tutta risposta, mi tirava i capelli. La coccolavo? Sicuramente lei mi
dava un calcio da qualche parte tra lo stomaco e la faccia.
A quanto pare, è possibile capire il carattere di una
persona sin da subito. D’allora, infatti, Maia non è cambiata per niente. Ok! Ovvio! Adesso è più alta e sa pure parlare – non sto qui
a dirvi quanto possa durare un nostro litigio – ma come allora, no perderebbe
per nulla al mondo l’opportunità di farmi finire nei guai.
Anzi, sapete cosa
hanno fatto i miei genitori? L’hanno iscritta a karate! V’immaginate? È come
regalare una pistola a un assassino; come giocare a tennis con la Wii usando una
racchetta vera e una pallina! Tre anni fa mi hanno iscritto a karate per fare
crescere la mia autostima. Tre anni dopo hanno iscritto pure Maia, immagino per
ridurre la mia autostima che probabilmente era cresciuta troppo. Chi lo sa!
Ad ogni modo, per
quel che riguarda l’autunno nel mio paese, non ho ricordi di me mentre creo un
mucchio di foglie rosse, gialle, marroni come faccio adesso. Di conseguenza, immagino
ci stessimo perdendo tutto quel divertimento che abbiamo in Canada quando
saltiamo sul cumulo di foglie – che papà ha appena finito di raccogliere – per il
solo piacere di spargerle di nuovo tutt’intorno. Divertentissimo, no?
Il nostro ultimo
Natale è stato
in qualche modo magico. Da allora, non sono più riuscito a vedere di persona
Babbo Natale mentre consegna il suo sacco pieno di giocattoli.
Non siamo
riusciti a vedere la sua faccia quell’anno, ma l’abbiamo visto di spalle mentre
poggiava i regali vicino al camino. Gridavano tutti – ancor’oggi non capisco
perché – e ho immaginato fosse davvero appassionato del proprio
lavoro considerando che non si è voltato in direzione del frastuono.
In Canada è diverso. Di fatto non lo vedi. A quanto
pare, lui e Rudolph arrivano di notte mentre noi dormiamo. Poiché non abbiamo
un camino in questa casa, Mamma gli ha comprato una chiave che può utilizzare
per entrarea riposare, bere latte, mangiare biscotti ma, cosa più importante,
lasciarci i regali.
Prima di Natale,
dopo un paio d’anni trascorsi ad analizzare la situazione, sono finalmente
riuscito a spiegare a Maia e Mamma perché Babbo Natale arriva sempre di
notte e, quindi, apriamo i suoi regali
il 25 dicembre. La teoria è
alquanto semplice: lascia il Polo Nord e viaggia verso Est. Di conseguenza,
arriva in Europa il 24 Dicembre e, prima che arrivi in Canada è già il 25. Logico, no? Credo la sua sia
un’ottima tattica per fare il giro del mondo.
L’ultima cosa che
ricordo di quel dicembre è una
festa nella quale eravamo tutt’insieme. C’erano un sacco di persone! Non
ricordo esattamente cosa stessimo celebrando. Essendo un bambino, aspettavo
solo due cose: i regali e le torte. A un certo punto, finalmente, quel momento è arrivato.
Sapete cosa è successo? Hanno cominciato a chiamarmi
per fare delle foto di famiglia. Ora, non so quante persone ci fossero alla
festa: sono dovuto rimanere in posa per almeno dieci fotografie mentre,
sconsolato, guardavo quelle torte che NESSUNO poteva toccare!
Dopo la terza
foto, ho cominciato ad assumere pose da dinosauro, supereroe, mostro…Troppo
divertente, per me…un po’ meno per il mio Papà che, nel frattempo, cercava di
tenermi immobile!
All’improvviso,
tutti hanno cominciato a indicare le torte. Una rappresentava una casetta in
Canadà; l’altra una bandiera canadese. Non ero certo di aver capito bene se quella torta, da quel momento in poi, sarebbe stata la nostra casa.
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