Situato su una collina nella provincia di Trapani, costa
occidentale della Sicilia, Custonaci è
un paesino noto a livello nazionale ed internazionale prevalentemente per la
produzione del marmo, quello perlato per l’esattezza. Amato particolarmente
negli Emirati Arabi, è così
chiamato grazie ai riflessi determinati dalla presenza della calcite che
rievocano il color madreperla caratteristico di molte conchiglie.
Tuttavia, non è solamente il marmo a rendere questo piccolo
paese un posto speciale. Uno dei borghi di Custonaci, Scurati, ospita una
grotta molto famosa nel mondo degli archeologi e paleontologi: la Grotta Mangiapane.
Si tratta di una grotta antichissima, molto grande, situata
all’interno della Riserva di Monte Cofano. Lo studio e le ricerche condotti
hanno messo in luce una storia risalente almeno al Paleolitico (da 36,000 a
10,000 anni fa). Anche se l’archeologia non dovesse far per noi, la Grotta
Mangiapane rimane comunque un posto da visitare grazie all’insolita presenza di
un villaggio costruito al suo interno e abitato fino a qualche decennio fa. L’ubicazione
e la tipicità di questo piccolissimo villaggio hanno fatto sì che venisse anche
scelto come set per uno degli episodi dell’ispettore Montalbano (Il ladro di merendine), seguitissima serie
televisiva italiana tratta dai romanzi dello scrittore contemporaneo siciliano Andrea
Camilleri.
Seppur abbandonato intorno agli inizi degli anni ’50, la
popolazione locale ha mantenuto inalterato l’aspetto del piccolo villaggio,
caratterizzato da casette molto piccole con tetti bassi. Alla loro vista non si
può fare a meno di sentirsi immersi in una fiaba per bambini.
La magia si fa ancor più grande se si decide di visitare il
posto durante le feste natalizie. Ecco che il piccolo villaggio si anima,
prende vita e si trasforma in un presepe vivente. Artigiani provenienti da
luoghi limitrofi, locali, volontari e comparse si danno appuntamento per
riprodurre gli antichi e perduti mestieri, con l’ausilio degli strumenti di
lavoro originali.
In un mondo che a volte sembra andare troppo di fretta,
trasformando il consueto in desueto in un batter di ciglio, nella Grotta
Mangiapane il tempo si è
fermato all’inizio del XX secolo, almeno durante il Natale, in una piccola borgata
i cui abitanti, incuranti di quanto accada nel resto del mondo, portano avanti
mestieri tramandati di generazione in generazione.
Seguire il percorso tra le casette, ascoltare musiche e canti
tradizionali, osservare l’arte degli artigiani inevitabilmente ci riporta ai
racconti dei nonni, a quelle storie imparate a scuola e apparantemente tanto
distanti da noi.
All’interno del Presepe di Custonaci, il tempo cede il posto
all’eterno: l’odore del pane appena sfornato, della ricotta ancora calda, i rumori
degli utensili nelle mani di uomini e donne avvolti in abiti storici - i cui
volti per magia sembrano assumere connotati antichi - realizzano un’esperienza
che vale la pena vivere. Così, in pieno clima natalizio e dopo aver inebriato
il nostro spirito di quelle musiche, profumi e colori, arrivare alla grotta in
cui la Sacra Famiglia posa silente diventa quasi un tappa obbligatoria non solo
fisica, ma anche spirituale.
A circa trent’anni dalla nascita di questo appuntamento,
considerato il crescente interesse etno-antropologico della ricorrenza, la
Regione Sicilia ha inserito il Presepe Vivente di Custonaci nella lista delle
Eredità immateriali, affinché ne venga preservato il valore di patrimonio storico
e culturale.
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